Guida Completa alla Normativa per Case Vacanza: Regole e Consigli

published on 19 October 2025

Lanciarsi nel mondo delle case vacanza è un'opportunità fantastica, ma la burocrazia può sembrare un ostacolo insormontabile. Orientarsi nella normativa italiana è complesso: tra leggi nazionali, decreti regionali e regolamenti comunali, il rischio di commettere un errore e ricevere una multa è sempre presente. Questa guida nasce proprio per fare luce su questo labirinto, trasformando un problema comune in un'opportunità di gestione efficiente.

Come districarsi nella normativa per case vacanza

Gestire una casa vacanze non significa solo dare le chiavi e sorridere agli ospiti. C'è un mondo di obblighi burocratici da rispettare, e ogni passaggio, dalla comunicazione di chi arriva alla gestione delle tasse, è regolato da norme precise. Conoscerle non è un'opzione, è un dovere per proteggere la tua attività.

Ammettiamolo, questo groviglio di leggi può spaventare, soprattutto chi è alle prime armi. La paura di saltare una scadenza o compilare male un modulo è reale e finisce per rubare tempo ed energie che potremmo dedicare a migliorare l'esperienza dei nostri ospiti. Per fortuna, oggi la tecnologia ci viene in soccorso, trasformando questi obblighi da incubo in procedure semplici e veloci. Non si tratta più solo di rispettare la legge, ma di farlo in modo intelligente, ottimizzando i processi e mandando in pensione lo stress grazie a soluzioni come Nowcheckin, progettate per automatizzare la conformità normativa.

Semplificare la burocrazia con l'automazione

La gestione degli adempimenti burocratici è senza dubbio una delle parti più pesanti del mestiere. Prendiamo la comunicazione delle generalità degli ospiti al portale Alloggiati Web della Polizia di Stato: un compito ripetitivo, noioso e ad altissimo rischio di errori di battitura. Un solo dato sbagliato può portare a sanzioni. Ma se automatizzassimo tutto?

Pensa che soluzioni digitali come Nowcheckin possono ridurre i tempi di check-in fino al 70%, automatizzando l'invio dei dati alle autorità. Questo non solo ti mette al riparo da qualsiasi problema con la legge, ma ti libera un sacco di tempo.

L'infografica qui sotto parla chiaro: mette a confronto la gestione manuale degli adempimenti con quella automatizzata. I numeri sono impressionanti.

Infografica che confronta il tempo e il tasso di errori tra la gestione manuale e quella automatizzata degli adempimenti per case vacanza.

Come puoi vedere, l'automazione non solo taglia drasticamente le ore passate a fare "l'impiegato", ma azzera quasi del tutto il rischio di errori umani. Il risultato? Maggiore efficienza, più sicurezza e, finalmente, la tranquillità di sapere che è tutto in regola.

Casa vacanza o locazione turistica: quale è la tua?

Chiavi e un piccolo modello di casa su un tavolo di legno.

Prima di tuffarsi a capofitto nella burocrazia, c'è una domanda fondamentale da porsi, una di quelle che definisce tutto il percorso: la tua è una casa vacanza o una locazione turistica? Molti li usano come sinonimi, ma per la legge italiana sono due mondi completamente diversi, con obblighi e implicazioni fiscali che non potrebbero essere più distanti.

Capire bene questa differenza non è un semplice cavillo legale. È il primo, vero passo per lavorare in regola e costruire un'attività che stia in piedi da sola. Sbagliare inquadramento può significare commettere errori nella dichiarazione dei redditi, saltare comunicazioni obbligatorie e, alla fine, trovarsi a pagare sanzioni salate.

Partiamo dalla locazione turistica

La locazione turistica, che ormai tutti conoscono come "affitto breve", è la forma più semplice e snella di ospitalità. Immagina di affittare il tuo appartamento a una famiglia per una settimana. Non offri colazione, non cambi le lenzuola ogni giorno, non hai una reception. Ti limiti a consegnare le chiavi di una casa arredata e pronta all'uso.

Questa modalità è regolata principalmente dal codice civile e da leggi specifiche come quella sugli affitti brevi (Legge n. 96 del 2017). Il punto cruciale è l'assenza di servizi aggiuntivi che la farebbero assomigliare a un hotel. Gli unici servizi che puoi offrire senza passare a una gestione imprenditoriale sono:

  • La fornitura di biancheria (lenzuola e asciugamani) solo all'inizio del soggiorno.
  • Le pulizie dell'appartamento alla fine del soggiorno, quando gli ospiti se ne vanno.

Qualsiasi cosa in più – pulizie a metà settimana, un cesto di benvenuto con prodotti per la colazione – rischia di far scattare la classificazione successiva.

Quando invece si parla di casa vacanza

Una casa vacanza è una cosa diversa: è una vera e propria struttura ricettiva extralberghiera. Qui la gestione è quasi sempre in forma imprenditoriale, il che significa aprire una Partita IVA e iscriversi al Registro delle Imprese. Si entra in questa categoria quando l'attività diventa organizzata, continuativa e professionale.

Ma cosa vuol dire "organizzata"? La legge non dà un numero magico, ma ci sono dei segnali chiari che fanno scattare il campanello d'allarme. La tua gestione diventa imprenditoriale se:

  • Gestisci più di 3-4 appartamenti nello stesso comune (il limite preciso cambia da regione a regione).
  • Offri servizi extra che ricordano quelli di un albergo (come il cambio biancheria durante il soggiorno, una piccola reception, il noleggio di bici o servizi di transfer).
  • L'attività è palesemente continuativa e strutturata, magari con personale dedicato.

In questo caso, gli adempimenti burocratici aumentano, ma si aprono anche altre opportunità a livello gestionale.

Per dirla in modo semplice: la locazione turistica è dare in uso un immobile, punto. La casa vacanza è offrire ospitalità in modo organizzato. Il confine tra le due sta tutto nel livello di servizio e nella professionalità che ci metti.

Un confronto diretto per non sbagliare

Per rendere il tutto ancora più cristallino, ho preparato una tabella che mette le due opzioni fianco a fianco. Dagli un'occhiata per capire esattamente dove ti collochi.

Casa Vacanza e Locazione Turistica a Confronto

Questa tabella evidenzia le differenze chiave tra gestire una casa vacanza in forma imprenditoriale e un semplice affitto breve.

Caratteristica Locazione Turistica (Affitto Breve) Casa Vacanza (Forma Imprenditoriale)
Natura dell'attività Generalmente non imprenditoriale e occasionale. Imprenditoriale, organizzata e continuativa.
Servizi offerti Solo pulizie finali e fornitura biancheria iniziale. Servizi aggiuntivi come pulizie intermedie, colazione, reception.
Obblighi fiscali Non richiede Partita IVA (se occasionale). Tassazione con cedolare secca o IRPEF. Obbligo di Partita IVA e iscrizione al Registro Imprese.
Numero di immobili Generalmente fino a un massimo di 4 appartamenti. Spesso scatta con 3 o più immobili nello stesso comune.
Adempimenti Comunicazione ospiti e ISTAT, Codice Identificativo (CIN/CIR). Tutti quelli della locazione più SCIA, gestione fiscale complessa.

Come vedi, la scelta dipende molto da come intendi gestire la tua proprietà.

Un obbligo, però, accomuna entrambe le forme: la comunicazione dei documenti degli ospiti alla Questura tramite il portale Alloggiati Web. Se la complessità di una casa vacanza rende quasi d'obbligo l'uso di software gestionali, anche chi ha un solo affitto breve può trovarsi in difficoltà. Un'app come Nowcheckin risolve il problema alla radice, automatizzando l'invio dei dati senza errori e garantendo la conformità normativa automatica sia a chi gestisce un singolo appartamento sia a chi ha un'intera rete di case vacanza.

Tutti gli adempimenti burocratici da completare

Una persona compila documenti su una scrivania ordinata, simbolo degli adempimenti burocratici per case vacanza.

Una volta messa a fuoco la natura della tua attività, arriva il momento di rimboccarsi le maniche e affrontare la burocrazia. Lo so, la parola spaventa, ma in realtà si tratta di una sequenza di passaggi chiari e obbligatori, pensati per garantirti di operare nella piena legalità e dormire sonni tranquilli, al riparo da brutte sorprese e sanzioni.

Ti consiglio di non vedere questi adempimenti come ostacoli, ma come le fondamenta su cui costruire un'attività solida e professionale. Ogni passaggio ha una sua logica precisa: tutelare la sicurezza pubblica, assicurare trasparenza al mercato e monitorare i flussi turistici per capire dove sta andando il settore.

Vediamoli uno per uno, come se stessimo creando una vera e propria checklist che ti guiderà passo dopo passo.

La SCIA: il punto di partenza ufficiale

Il primissimo passo per chiunque voglia gestire una casa vacanza in forma imprenditoriale è la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). Immaginala come la comunicazione ufficiale con cui bussi alla porta del tuo Comune e dici: "Ehi, sto per aprire la mia struttura ricettiva!".

La SCIA si presenta online, tramite lo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune dove si trova l'immobile. Con questo documento, in pratica, autocertifichi di avere tutte le carte in regola: requisiti urbanistici, igienico-sanitari e di sicurezza.

È un passaggio che non puoi assolutamente saltare. Operare senza SCIA significa essere abusivi, un rischio che ti espone a multe salatissime che possono arrivare anche a 10.000 euro.

Comunicazione ospiti al portale Alloggiati Web

Questo è forse l'obbligo più delicato e ricorrente, valido sia per le case vacanza imprenditoriali che per le semplici locazioni turistiche. La legge impone di comunicare le generalità di ogni singolo ospite alla Questura di competenza, utilizzando il portale Alloggiati Web della Polizia di Stato.

La scadenza è tassativa: entro 24 ore dall'arrivo dell'ospite. Se il soggiorno dura meno di un giorno, la comunicazione deve essere immediata. Attenzione, perché un ritardo o un'omissione non sono visti come una semplice dimenticanza, ma come un reato che può avere conseguenze anche penali.

Il vero nemico qui è l'errore umano. Trascrivere a mano i dati dai documenti d'identità è un'operazione noiosa e piena di trappole. Un nome scritto male, una data di nascita invertita o un numero di passaporto sbagliato possono invalidare l'intera comunicazione e metterti nei guai.

È proprio qui che la tecnologia diventa la tua migliore alleata. Strumenti come Nowcheckin, ad esempio, trasformano questo obbligo da un'ansia costante a un processo automatico. L'app fa una scansione del documento, estrae i dati con una precisione chirurgica e li invia direttamente al portale Alloggiati Web. Il risultato? Conformità normativa automatica e a prova di errore.

La comunicazione dei flussi turistici ISTAT

Non è finita qui. Oltre alla comunicazione per la pubblica sicurezza, c'è un secondo invio di dati da fare, questa volta per fini puramente statistici. Devi comunicare arrivi e partenze all'ISTAT, usando i portali regionali dedicati (li conoscerai con nomi come Ross 1000, Turismo 5, ecc.).

Questi dati, raccolti in forma anonima, sono oro colato per capire come si muove il turismo e per orientare le strategie del settore. Avere dati precisi è vitale per leggere il mercato e anticipare le tendenze.

Anche in questo caso, la gestione manuale può portarti via un sacco di tempo. Scopri come Nowcheckin può automatizzare il check-in della tua struttura - Scarica l'app gratuita e prova tutti i vantaggi. Soluzioni come Nowcheckin ti vengono in soccorso, automatizzando anche l'invio ai portali statistici regionali e accentrando tutti gli obblighi di comunicazione in un unico posto.

Se vuoi approfondire, abbiamo preparato una guida completa sugli obblighi del proprietario di una casa vacanza.

L'importanza di esporre i prezzi

L'ultimo adempimento, ma non per questo meno importante, riguarda la trasparenza nei confronti dei tuoi ospiti. La normativa ti obbliga a esporre in modo chiaro e ben visibile i prezzi massimi che applichi nella tua struttura.

Questa tabella dei prezzi va messa in un punto accessibile a tutti, di solito dietro la porta d'ingresso o in un'area comune. I prezzi esposti, ovviamente, devono essere identici a quelli che hai dichiarato al Comune quando hai presentato la SCIA.

Non esporre i prezzi o applicare tariffe più alte di quelle dichiarate può portarti a sanzioni amministrative. È una regola semplice, che protegge il consumatore e ti aiuta a costruire un rapporto di fiducia con i tuoi ospiti fin dal loro arrivo.

Come gestire tasse e imposte senza fare errori

Parliamoci chiaro: la parte fiscale è spesso il momento in cui l'entusiasmo per la propria casa vacanza si scontra con un po' di ansia. La paura di sbagliare un calcolo o di non conoscere un obbligo è normalissima. Ma con le informazioni giuste, vedrai che tutto diventa molto più semplice e gestibile.

Il sistema italiano, per fortuna, ci offre due strade principali per dichiarare i guadagni dei nostri affitti: il classico regime ordinario IRPEF e la ormai famosa cedolare secca. Il primo passo per dormire sonni tranquilli e, perché no, ottimizzare i guadagni, è capire quale delle due fa davvero al caso tuo.

Cedolare secca o regime IRPEF

La cedolare secca è un'opzione molto amata perché semplifica parecchio le cose. In pratica, è un'imposta sostitutiva con un'aliquota fissa. Per gli affitti brevi, l'aliquota sul primo immobile è del 21%.

Attenzione, però, perché le regole sono cambiate da poco. Se hai più di una casa vacanza, dal secondo al quarto immobile l'aliquota sale al 26%. Questo dettaglio cambia tutto e rende fondamentale fare bene i conti prima di decidere.

L'alternativa è il regime ordinario IRPEF. Qui, i guadagni dell'affitto si sommano a tutti gli altri tuoi redditi (come quello da lavoro dipendente o autonomo) e vengono tassati secondo gli scaglioni progressivi. Si parte dal 23% e si sale fino al 43%. Il vantaggio? A differenza della cedolare secca, qui puoi scaricare alcune delle spese che sostieni.

La scelta non è mai una sola per tutti. Dipende interamente dalla tua situazione personale. Se hai redditi bassi, l'IRPEF potrebbe addirittura convenire. Se invece ti trovi già in uno scaglione alto, la cedolare secca è quasi sempre la via più vantaggiosa.

Un esempio pratico per scegliere senza dubbi

Facciamo due conti per rendere l'idea. Mettiamo che tu guadagni 10.000 € lordi in un anno dall'affitto di un singolo appartamento.

  • Con la cedolare secca al 21%: Pagheresti esattamente 2.100 € di tasse (il 21% di 10.000 €). Semplice, pulito, diretto.
  • Con il regime IRPEF: Se hai già un altro reddito che ti porta nello scaglione del 23%, su quei 10.000 € pagheresti come minimo 2.300 €, senza contare le addizionali regionali e comunali che si aggiungono.

In questo caso specifico, la cedolare secca ti farebbe risparmiare. Se vuoi approfondire ogni singolo aspetto, ti consiglio di leggere la nostra guida completa dedicata proprio alla cedolare secca per affitti brevi.

L'imposta di soggiorno: un obbligo da non sottovalutare

C'è un altro pezzo del puzzle fiscale che non puoi assolutamente ignorare: l'imposta di soggiorno. Questa tassa, il cui importo cambia da Comune a Comune, va riscossa da ogni ospite per ogni notte che passa nella tua struttura.

In questo meccanismo, tu agisci come sostituto d'imposta. Che significa? Che hai l'obbligo legale di raccogliere l'importo esatto e di versarlo al tuo Comune rispettando le scadenze. Saltare questo passaggio ti espone a sanzioni amministrative che possono essere anche molto salate.

Gestire tutto a mano può diventare un incubo: devi calcolare gli importi corretti, tenere traccia dei pagamenti, rilasciare le ricevute e archiviarle per anni. Se hai un buon flusso di ospiti, è un attimo perdere il controllo o commettere errori.

È qui che la tecnologia ci viene in soccorso. Strumenti moderni possono trasformare questo compito da noioso a semplicissimo. Un'app come Nowcheckin, per esempio, ti permette la conservazione digitale delle ricevute, dicendo addio per sempre a pile di carta da stampare e conservare. Avere una cronologia digitale, ordinata e sempre accessibile non solo ti fa risparmiare un mare di tempo, ma ti dà la sicurezza di avere tutto in regola per qualsiasi controllo. In poche parole, ti garantisce una maggiore sicurezza e una gestione conforme.

Le differenze normative tra le varie regioni italiane: una giungla da esplorare

Per orientarsi nella normativa delle case vacanza, bisogna prima di tutto mettersi in testa una cosa: in Italia non esiste una sola legge sul turismo, ma ventuno. C'è un quadro nazionale che stabilisce i principi base, come l'obbligo di comunicare gli ospiti alla Questura, ma poi ogni Regione va per la sua strada, creando un mosaico di regole locali che è fondamentale conoscere per non finire nei guai.

Questo significa che un requisito valido in Lombardia potrebbe essere completamente diverso da quello richiesto in Puglia o in Veneto. Ignorare questa specificità è uno degli errori più comuni (e costosi) che un proprietario possa fare. Le differenze toccano aspetti cruciali della gestione, dai requisiti dell'immobile fino alle scartoffie per poter solo pensare di iniziare.

Il codice identificativo: il primo scoglio regionale

Un esempio lampante di questo labirinto normativo è il Codice Identificativo. Molto prima che venisse introdotto il CIN (Codice Identificativo Nazionale) a livello statale, quasi ogni Regione si era già creata il suo codice personale, con una sfilza di acronimi diversi:

  • CIR (Codice Identificativo di Riferimento) in Lombardia.
  • CIS (Codice Identificativo di Struttura) in Puglia.
  • CUSR (Codice Unico delle Strutture Ricettive) in Campania.

Questo codice è il lasciapassare per poter pubblicizzare legalmente il tuo alloggio su qualsiasi portale, che sia Airbnb, Booking.com o altri. La sua assenza negli annunci è una delle prime cose che le autorità vanno a controllare, e le multe per chi se ne dimentica sono salate. Per ottenerlo, bisogna passare attraverso i portali telematici regionali, ognuno con le sue procedure e i suoi mal di testa.

Requisiti strutturali e classificazione

Ma non è finita qui. Ogni Regione può dettare legge sui requisiti strutturali minimi che un immobile deve avere per essere considerato una casa vacanza. Parliamo di cose concrete come:

  • Dimensioni minime per camere e bagni.
  • Un numero minimo di finestre.
  • La presenza obbligatoria di certi arredi, come una cucina completamente attrezzata.

Come se non bastasse, alcune Regioni hanno anche dei sistemi di classificazione propri, un po' come le stelle degli hotel, che valutano la struttura in base ai servizi che offri. Aderire può essere una scelta o un obbligo, e questo cambia il modo in cui puoi presentare la tua offerta al pubblico.

Il messaggio è forte e chiaro: non dare mai per scontato che una regola valida in una Regione lo sia anche altrove. Prima ancora di comprare i mobili, il primo passo è studiarsi la legge turistica della propria Regione e i regolamenti del proprio Comune.

Questa complessità burocratica, che a volte cambia da una provincia all'altra, rende l'automazione un vero e proprio salvavita. Dover gestire l'invio dei dati a portali regionali diversi, ognuno con le sue regole e i suoi capricci, può diventare un lavoro a tempo pieno. Poter contare su un sistema come Nowcheckin che gestisce la conformità normativa in automatico, indipendentemente dalla Regione in cui lavori, è un vantaggio competitivo enorme.

Il mercato delle case vacanza, d'altronde, è in continua crescita. Basti pensare che nel primo semestre dell'anno corrente le compravendite di queste proprietà rappresentavano il 6,8% di tutte le transazioni immobiliari, con una chiara preferenza per trilocali (31,8%) e soluzioni indipendenti (29,4%). Per chi volesse approfondire, i dati sull' andamento delle case per le vacanze in Italia su Edilizianews.it offrono una panoramica interessante.

Proprio per la specificità di ogni territorio, abbiamo preparato delle guide dettagliate per alcune regioni. Ad esempio, se la tua struttura è in Sicilia, ti consiglio di cuore di leggere la nostra guida essenziale sulla normativa per case vacanza in Sicilia.

Cosa rischi se non rispetti le regole

Un cartello di pericolo giallo con un punto esclamativo, che simboleggia i rischi legali.

Affrontare la burocrazia può sembrare una scocciatura, è vero. Ma ignorare la normativa per le case vacanza non è una scorciatoia furba, è un biglietto di sola andata verso guai seri. Le conseguenze non sono semplici "pizzicotti", ma rischi concreti che possono azzerare i guadagni e macchiare la tua reputazione.

Pensare di "farla franca" è un errore da principianti. Ormai i controlli sono sempre più affilati, grazie all'incrocio dei dati tra Agenzia delle Entrate, portali come Booking o Airbnb e i Comuni. Ogni irregolarità, piccola o grande che sia, prima o poi viene a galla.

Le sanzioni amministrative e pecuniarie

Le multe per chi sgarra sono tutt'altro che simboliche. L'importo cambia in base alla gravità dell'errore e alle leggi regionali, ma è fondamentale avere un'idea chiara di cosa si rischia per capire perché una gestione impeccabile non è un'opzione, ma una necessità.

Ecco le "disattenzioni" più comuni e le relative mazzate:

  • Esercizio abusivo senza SCIA: Aprire i battenti senza aver presentato la Segnalazione Certificata di Inizio Attività è una delle infrazioni più gravi. Qui le multe partono da 2.000 € e possono arrivare fino a 10.000 €.
  • Pubblicità senza Codice Identificativo (CIN/CIR): Dimenticare il codice identificativo negli annunci online è un errore banale da commettere ma pesantissimo. È facile da scovare per le autorità e la sanzione va da 500 € a 5.000 € per ogni singolo annuncio irregolare.
  • Mancata esposizione dei prezzi: Non avere la tabella dei prezzi ben visibile all'interno della struttura può costare da 500 € a 2.000 €.

Basta fare due conti per capire come un singolo errore possa bruciare i profitti di un'intera stagione.

Omessa comunicazione degli ospiti alla Polizia

Questa violazione merita un discorso a parte, perché qui si passa dal piano amministrativo a quello penale. Non comunicare o comunicare in ritardo i dati degli ospiti al portale Alloggiati Web non è una semplice dimenticanza, è una violazione delle norme di pubblica sicurezza.

L'articolo 109 del TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) parla chiaro. La mancata comunicazione è un reato. Questo significa che oltre alla multa, si rischia una denuncia penale.

Il rischio qui non è solo economico. Pensaci: inserire i dati a mano è un processo lento e pieno di trappole. Un errore di battitura, un documento scaduto che non noti... basta un attimo per invalidare l'invio e risultare inadempiente senza nemmeno saperlo.

Ecco perché una conformità normativa automatica, come quella che offre Nowcheckin, non è un lusso, ma una vera e propria polizza assicurativa per la tua attività. Automatizzare l'invio dei dati elimina gli errori umani e ti mette al riparo dalle conseguenze più severe. Investire in una gestione corretta e automatizzata non è un costo. È la strategia migliore per proteggere il tuo business, i tuoi guadagni e, soprattutto, la tua tranquillità.

Domande frequenti sulla normativa per case vacanza

Districarsi tra le norme che regolano le case vacanza può sollevare un sacco di dubbi, soprattutto all'inizio. Per questo ho raccolto le domande più comuni che si pongono i proprietari come te, con risposte semplici e dirette per aiutarti a gestire la tua attività senza più incertezze.

Devo aprire la Partita IVA per affittare la mia casa vacanza?

Non sempre, anzi. Se la tua è una locazione turistica pura, cioè un'attività occasionale, senza servizi extra e per un numero limitato di immobili (di solito meno di quattro), puoi tranquillamente operare come privato. I guadagni, in questo caso, possono essere tassati con il regime vantaggioso della cedolare secca.

L'apertura della Partita IVA scatta invece quando l'attività prende una piega più imprenditoriale. Diventa obbligatoria se la gestione è organizzata, continuativa e se inizi a offrire servizi aggiuntivi simili a quelli di un hotel, come il cambio della biancheria durante il soggiorno o la colazione.

Cosa faccio se un ospite non vuole darmi i documenti?

La comunicazione dei dati degli ospiti alla Polizia di Stato tramite il portale Alloggiati Web non è una scelta, ma un obbligo di legge per la pubblica sicurezza. In qualità di gestore, sei tu il responsabile della registrazione di ogni singola persona che alloggia nella tua struttura.

Se un ospite si rifiuta di presentare un documento d'identità valido, la legge parla chiaro: non puoi ospitarlo. Accoglierlo senza registrarlo ti esporrebbe a sanzioni amministrative pesanti e, in alcuni casi, anche a conseguenze penali. Meglio non rischiare.

Posso delegare a qualcuno l'invio dei dati alla Questura?

Certo, puoi delegare l'operazione materiale a un collaboratore, ma attenzione: la responsabilità legale della comunicazione resta sempre e solo tua. Affidarsi a una persona significa accettare il rischio di errori umani, dimenticanze o ritardi.

La soluzione più intelligente e sicura è affidarsi a un software. Utilizzare un'applicazione come Nowcheckin automatizza l'intero processo. L'app legge i dati dai documenti con una semplice foto e li invia in modo sicuro e automatico al portale Alloggiati Web. Questo ti garantisce una conformità normativa a prova di errore, azzerando il rischio di sviste e ritardi.

Un'automazione del genere non solo ti fa recuperare un sacco di tempo prezioso, ma ti regala anche la tranquillità di sapere che ogni adempimento burocratico è gestito alla perfezione, mettendo la tua attività al riparo da qualsiasi rischio.


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